
In data 23 gennaio 2025, un gruppo di socittisti si è recato in delegazione alla Casa Russa a Roma, un’associazione di ricerca, sviluppo e collaborazione scientifico-culturale creato e finanziato direttamente dalla Federazione Russa, per prendere parte a un evento di presentazione del libro “Il Battaglione Partigiano Russo d’Assalto”, edito da Anteo Edizioni, organizzato dagli amici di Russia Emilia-Romagna, libro scritto dallo stesso fondatore di tale battaglione partigiano: Vladimir Jakovlevič Pereladov, e con una prefazione scritta dal console generale della Federazione Russa a Milano Dmitry Shtodin. Oltre alla presentazione del libro, l’evento è stato introdotto da altre figure di una certa rilevanza come: Giambattista Cadoppi, saggista, storico e curatore del volume; Luca Rossi, presidente dell’Associazione “Russia – Emilia Romagna”; Marina Pozdnyakova, nipote del comandante Pereladov; e infine Michail Talalay, storico e ricercatore.

Durante la presentazione, grazie anche alla visione del documentario, i relatori hanno discusso del contesto storico-politico dell’Europa della prima metà del ‘900, evidenziando tutti i maggiori e vari sconvolgimenti politici, geopolitici, militari e culturali che hanno portato dapprima allo scoppio del primo conflitto mondiale e, successivamente, della rivoluzione d’ottobre e del ruolo dei bolscevichi, delle armate bianche e dei contingenti internazionali (a sostegno dei bianchi) nella guerra civile russa. Dopo di ciò, si è passato a trattare della neonata Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, dei suoi rapporti con le maggiori potenze dell’epoca (già consolidate, come Francia e Regno Unito, o che lo sarebbero diventate, come la Germania hitleriana e gli USA), dello sforzo bellico portato avanti dall’URSS e, dunque, di come la guerra devastò il paese senza però spezzarlo, giungendo poi alla vittoria finale nel 1945. Successivamente all’inquadramento storico generale, si è passati a parlare delle vicende che hanno portato alla creazione di un corpo partigiano composto in prevalenza da russi: il “Battaglione d’Assalto Russo” ,anche se esso era composto anche da altre nazionalità: il battaglione, infatti, venne denominato “Russo” solo per via del fatto che la maggior parte dei suoi membri erano di origine russa, ma esso raccoglieva tutti quei partigiani stranieri operanti nel centro-nord Italia. Inoltre, questo battaglione, era composto da veri e propri soldati sovietici fatti prigionieri dalle truppe dell’Asse e spediti nei campi di prigionia italiani, e tali soldati portarono con sé sia un addestramento e una qualità maggiore rispetto alle altre forze partigiane italiane, ma anche una buona dose di esperienza e di prestigio: il leader di questa formazione, ovvero Vladimir Pereladov, come anche molti altri dei suoi componenti, quando ancora si trovava in madrepatria si arruolò volontario nella “Milizia Bauman”, corpo dell’Armata Rossa composto da studenti universitari e professori, il cui compito era quello di difendere a qualsiasi costo Mosca, cosa che, però, risultò estremamente difficile e dispendiosa: di fatto, la maggior parte dei membri della milizia venne uccisa durante l’avanzata tedesca verso la capitale sovietica.

Tornando allo scenario italiano, il battaglione russo fu essenziale per la partigianeria nelle proprie operazioni militari, quello infatti si rese protagonista di molti ed efficaci attacchi alle forniture logistiche delle truppe italo-tedesche in Emilia Romagna, e anche di azioni molto più ardite e importanti, come, ad esempio, l’attacco a Montefiorino e la successiva instaurazione della repubblica partigiana, il quale vennero portati avanti proprio dalla formazione sovietica; oppure, l’assalto e la distruzione, a Botteghe di Albinea, di due ville appartenenti all’esercito tedesco e collegate direttamente al comando supremo di Hitler. Insieme alla narrazione delle vicende storiche si sono intrecciati anche i racconti sulla figura di Pereladov raccontati da sua nipote Marina e da suo figlio (all’interno del documentario), esponendo una visione di Vladimir Jakovlevič che lo ritraeva come dedito a tutti i costi alla causa della difesa della sua patria e della sconfitta del nazismo e del fascismo, oltre che come un uomo molto carismatico, dedito ai propri compagni e guida per molti giovani partigiani.

Infine, dopo la conclusione delle relazioni e della visione del documentario, la nostra delegazione ha avuto il piacere di poter parlare direttamente con lo storico Michail Talalay e con l’addetto navale e aeronautico dell’ambasciata russa, nonchè ufficiale militare, Ivan Gorbachev; l’incontro e il dialogo con entrambe le figure è stato molto proficuo sia da una prospettiva di vicinanza culturale e politica fra la nostra organizzazione e la Russia, e sia da una prospettiva pii strettamente legata alla collaborazione con lo storico e con le autorità russe in merito a iniziative culturali e politiche portate avanti da ambo le parti. In conclusione, questo evento è stato assolutamente apprezzato da noi del Socit per le tematiche trattate e per l’interesse mostrato, da parte di importanti figure del panorama culturale e di ricerca russo e dalle istituzioni russe, per la nostra storia e la condivisione della stessa col popolo e la nazione russa; e possiamo anche ritenere che l’incontro sia stato molto proficuo sul versante di una più stretta collaborazione e amicizia fra noi e la Russia.

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