Saturnia Tellus e Sol Invictus

Il 25 Dicembre è il giorno in cui, astronomicamente, l’emisfero ove situa la Patria, ricomincia ad acquisire – giorno dopo giorno – sempre più luce, fino al giorno del Solstizio d’estate, da cui la tendenza si fa inversa a quella scaturita dal Giorno del Sole Invitto, fino a che il ciclo ricomincia.
Molte sono le allegorie che scaturiscono con questo giorno: il bene che trionfa nuovamente contro il male; l’inizio graduale della fine della “Età Oscura” – noto anche come “Kali Yuga” – in favore dell’Età dell’Oro (Saturnia Tellus) rappresentata dal Solstizio d’estate, e così via.
Tuttavìa, chi conosce queste allegorìe intente a rappresentare la dicotomìa tra bene e male – naturale ed innaturale, verità e falsità, bellezza ed offesa – sa anche che, tra quest’ultimi,  esista una differenza sostanziale e netta; e che esista, dall’Età dell’Oro a quella Oscura, anche un passaggio graduale da uno stato all’altro dell’essere delle cose e degli uomini.
Fatte queste premesse, non dobbiamo scadere in nessuna accettazione dogmatica di quanto scritto finora; piuttosto, con umiltà ed onestà, dobbiamo constatare la grande qualità della nostra dignità e del nostro spirito: quanto ci siamo resi ridicoli, fingendo, per viltà, di essere ciò che non siamo? E, quindi, quanto ardimento abbiamo impiegato per imporre la nostra luce sulle tenebre? Oppure vogliamo fingere che sia “tutto relativo”, che ciò che è – e non è – non sia il motivo di una ragione, bensì di una casualità? Allora, per cortesìa, chi vuol credere ciò, provi a riportare l’esempio di una casualità, di un “libero arbitrio”, che ha osservato – o anche solo percepito – in natura.
Bene, vinta, ora, ogni possibile forma d’indugio, senza complicazioni inutili: tu, lettore, scagliati con animo pronto e sicuro nella partita, e dimostra il tuo valore; temprati alle avversità e poniti, laddove vi sono le tenebre, con superiorità, scioltezza e massima serietà, e, forte della tua dignità – attraverso il tuo valore spirituale assoluto e il ripudio verso ciò che è viltà – troverai anche la Patria, poiché, come ha dignità il singolo, così l’ha la comunione tra quest’ultimo ed i propri simili; e, infine, imponiti di riportare la Saturnia Tellus, che si conquisterà, reclamandola, allorché la saggezza (Giove) echeggiando in cielo, farà sì che in terra si avrà abbondanza di ricchezza.
E come articolerà Giove la comunità affinché ciò possa avvenìre? Quale sistema economico? Quanto potere al pubblico? Quanto potere al privato?
I nostri antenati italici celebravano il Saturnia Tellus aprendo le porte delle proprie case, in segno che, tutto e tutti, appartenessero alla comunità, alla Patria.
Quindi era tutto “statale”? No, semplicemente la presunta dicotomia tra “pubblico” e “privata” era trascesa e superata, in funzione della verità.
E noi, oggi, quanto siamo attaccati alla verità? Quanto i nostri ragionamenti sono sporcati e annebbiati da presupposti sbagliati?
Scritto tutto ciò, non posso che augurarti, lettore, la tua conquista della Saturnia Tellus: impettisciti, marcia sempre dritto ed esclama al mondo il valore degli italiani, e rammenta che, affinché tu possa permetterti di scagliare l’ultimo grido, dovrai rimanere puro nel tuo essere italico.