Partecipazione alla presentazione e consiglio di studio sull’Iran

Patrizia Boi (Assadakah News) – «Questo libro non è solo un insieme di memorie, poiché ci dà profondi insegnamenti di fede, resistenza e lotta per alti ideali. Nell’attuale situazione mondiale, dove la società e diverse generazioni si confrontano con molteplici sfide e crisi, tale opera si rivela più preziosa e di ispirazione che mai», ha affermato S.E. Mohammad Reza Sabouri,  Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran a Roma durante l’incontro che si è svolto giovedì 14 novembre 2024  presso la Sala Piloty, Hotel Villa Maria Regina, via della Camilluccia, 687, Roma.

L’organizzazione ha preso parte alla presentazione organizzata dall’ambasciata, che ha trattato di un volume cruciale per la comprensione dell’Iran odierno.

Ne approfittiamo per consigliare un volume dell’Anteo Edizioni:

Fintanto che gli studi accademici sulle relazioni internazionali, il diritto internazionale, la storia e la geopolitica saranno inquinati nel loro percorso e nel loro esito finale dai modelli politico-culturali egemonici, da un’interpretazione propagandistica ed unilaterale degli eventi, della stessa storia e dal latente pregiudizio di superiorità occidentale (che pretende di civilizzare quando invece semplicemente distrugge), rimarrà estremamente complesso (se non impossibile) comprendere una realtà ricca di sfaccettature come quella del Vicino Oriente (o Asia occidentale). Parafrasando il geografo e politico italiano Ernesto Massi, per lungo tempo i popoli che hanno praticato la geopolitica hanno cercato di impedire ai popoli di questa regione di studiarla e trasformarla in prassi. Quella che in questo lavoro viene definita come “dottrina Soleimani”, di fatto, si presenta come il più concreto tentativo di un popolo della regione di opporsi a siffatta realtà. Essa, anche alla luce dei tragici eventi in Palestina, viene analizzata nelle sue diverse ramificazioni e nel suo obiettivo di fondo: la costruzione di una rete di alleanze informale che superi le fisime geopolitiche dello “scontro tra civiltà” e ponga fine all’egemonia nordamericana nell’area.

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